sabato 26 febbraio 2011

Blocco del traffico



Con il solito fare arruffato e pasticcione, l'amministrazione comunale ha emesso due ordinanze - la n.21 e la n.22 del 2011 - con le quali sono stati emanati alcuni provvedimenti di limitazione della circolazione automobilistica, resisi obbligatori in virtù dell'elevato tasso di inquinamento da PM10 presente nell'aria che respiriamo.

Il provvedimento riguarda l'area urbana interna circoscritta dalle seguenti strade:

  • Via Alcide De Gasperi, 
  • Via Circonvallazione Portadini, 
  • Porta San Nicola, 
  • Via Melegranate, Porta Portati, 
  • SR 155 La Donna (che resta percorribile), 
  • Via della Stazione, 
  • Via Madonna della Sanità (che resta percorribile), 
  • Via Chiappitto (che resta percorribile) e 
  • Via La Stazza (che resta percorribile).


In detta area, a partire da lunedì 21 febbraio e fino a diversa disposizione, nei giorni feriali,
dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00,
è vietata la circolazione

  • agli autoveicoli Euro 0 benzina, Euro 1 benzina e precedenti; 
  • agli autoveicoli Euro 1 diesel, Euro 2 diesel e precedenti. 
  • ai ciclomotori e motoveicoli con Euro 0 quattro tempi 
  • ai ciclomotori e motoveicoli Euro 1 due tempi e precedenti. 

E' inoltre previsto, per domenica 20 marzo,  il blocco totale della circolazione (cioè tutti i mezzi, indipendentemente dalle caratteristiche emissive), dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.

Fate attenzione, pur non adeguatamente diffusa, l'ordinanza è già in vigore e per coloro che non la rispetteranno sono previste multe pesanti; non ci sono cartelli stradali o avvisi pubblici che informino la cittadinanza in proposito, né transenne, o altro, che delimitino le aree interessate dal divieto.
Pensate, l'ordinanza, ad oggi, non è stata pubblicata nemmeno sul sito del comune!

Oltre a ritenere il provvedimento totalmente inutile sul piano della riduzione del livello di inquinamento, mi chiedo: ma tutti coloro che possiedono automezzi euro0, euro1 o euro2 ed abitano nel centro storico, come faranno ad uscire di casa dopo le 9.00 del mattino o a rientrare dopo le 16.00? Si metteranno tutti in fila lungo la tangenziale in attesa che scatti l'ora fatidica? Assurdo!
Per migliorare la vivibilità ad Alatri, l'unica cosa che bisognerebbe bloccare è l'azione di questa amministrazione!
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puntaccapo

sabato 19 febbraio 2011

La città dei morti viventi

Alatri è divenuta ormai una città fantasma governata da un manipolo di morti viventi, di zombie della politica - dei quali dobbiamo liberarci al più presto - che negli ultimi anni ha prodotto una vera e propria desertificazione sociale, culturale ed economica del nostro territorio.
Per rendersene conto basta andare un po' in giro, guardarsi intorno, parlare con la gente.
Noi, che in passato siamo stati rappresentati da Principi della politica come Peppino Cittadini, Emanuele Lisi e Giacinto Minnocci, oggi mandiamo in Parlamento - che iddio ci perdoni - un signore che si vanta, con orgoglio, di aver fatto, come suo massimo atto politico, il gesto dell'ombrello a Rosy Bindi.
Noi, che con le nostre scuole, le nostre biennali d'arte, i nostri illustri predecessori, siamo stati il riferimento culturale dell'intera provincia, oggi assistiamo impassibili alla progressiva chiusura del Liceo Classico, all'inesorabile depauperamento della nostra cultura, al costante ripetersi di inutili e dannose conferenze sulle farneticanti idee di Julius Evola e dei suoi estimatori.
Noi, che con i nostri quattrocento negozi eravamo il polo di riferimento commerciale di tutto il territorio a nord di Frosinone, ci siamo trasformati in un cimitero di serrande abbassate dove, senza prendere l'automobile, diventa difficile acquistare qualunque cosa.
Noi, che con le nostre bellezze architettoniche, con la nostra piazza, i nostri sassi, la nostra aria pulita, eravamo diventati il salotto buono della provincia di Frosinone, ci siamo trasformati in un orribile garage puzzolente, in un territorio da rodeo per automobilisti prepotenti, dove nemmeno noi che ci abitiamo abbiamo più voglia di passeggiare.
Noi, che con i nostri trentamila abitanti, dopo Frosinone e Cassino, avremmo dovuto essere la terza realtà più importante della provincia, non siamo in grado nemmeno di offrire ai nostri giovani una prospettiva di vita e di lavoro degna di questo nome, tanto da augurarci che per coronare i loro sogni - ammesso che ancora ne coltivino - emigrino il più lontano possibile da Alatri.
E le colpe, pardon, le responsabilità - che nessuno pagherà mai - sono ascrivibili sia ai politici che oggi ci amministrano, troppo intenti ad assecondare i propri giochi di potere per occuparsi dei problemi della città, sia ai loro oppositori che, pur avendone le possibilità, non sono stati capaci di creare le condizioni affinché ciò non accadesse.
Come ora: obbligati da scelte suicide e prepotenti quanto incomprensibili, stiamo per presentarci alle elezioni con un centrosinistra diviso, incapace di elaborare un progetto comune che potesse convergere su di un candidato unitario, magari individuato al di fuori della solita rosa dei soliti noti.
Forse gli zombie da abbattere sono molti di più di quelli che crediamo, e non tutti hanno all'occhiello il distintivo del PdL!

puntaccapo
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mercoledì 16 febbraio 2011

Capire non è facile, perdere si

Forse sono io che non capisco, ma la vicenda dell'individuazione del candidato sindaco del centrosinistra ha evidenziato scarsa lungimiranza e poca sagacia politica proprio in coloro che, fra qualche mese, verranno a chiederci il voto per mandare a casa Costantino Magliocca.
La cosa che maggiormente mi preoccupa è che la mancata nascita della coalizione di centrosinistra non è stata prodotta da un profondo disaccordo sugli elementi cardine di un progetto di rilancio della città di Alatri - cosa della quale, per quanto si evince dai comunicati stampa, sembra non si sia parlato affatto - quanto piuttosto da una banale questione di principio, le primarie, che in realtà mascheravano il vero problema di fondo: chi va a correre per la poltrona di sindaco di Alatri? e chi lo sceglie?
Come si è capito dai giornali, la riunione di coalizione si è conclusa con un nulla di fatto, e da lì è iniziato un'ininterrotto stillicidio di comunicati, smentite e smentite di smentite, che hanno dimostrato chiaramente la difficoltà del centrosinistra di costruire una squadra unitaria e coesa, in grado di affrontare con forza e determinazione la prossima campagna elettorale.
Programma Alatri ha cominciato ad invocare a gran voce le primarie; il PD ha risposto con un deciso no, ufficializzando per contro la candidatura interna di Fabio Di Fabio; un'altra parte del PD ha subito smentito di aver mai appoggiato tale candidatura, obbligando così i vertici provinciali ad intervenire per "convincere" i dissidenti a smentire la propria smentita ed a recuperare una propria unitarietà interna, almeno di facciata; Programma Alatri, non rassegnato al rifiuto, ha promosso una petizione popolare per le primarie; l'IdV ha appoggiato la petizione affermando di essersi sempre espressa, anche in sede di coalizione, per il loro svolgimento; Programma Alatri ha rotto gli indugi ed ha comunicato di voler correre da sola con un proprio candidato ed attaccando duramente le modalità di scelta del candidato adottate dal PD; Sinistra Ecologia e Libertà si è affiancata ai dissidenti della coalizione, esprimendosi sia favore delle primarie che della scelta di un candidato unico; il PD ha controreplicato alle affermazioni critiche di Programma Alatri esponendo le proprie ragioni; e così via discorrendo.
Il risultato? Un centrosinistra incerto e disgregato, che, andando avanti così, avrà grosse difficoltà a conquistarsi la fiducia degli elettori, soprattutto nella misura necessaria a battere il centrodestra che, invece, fino ad oggi, ha parlato come un sol'uomo con una sola voce: il nostro candidato sindaco è Costantino Magliocca, punto e basta. E se c'è una cosa che mi da davvero fastidio è prendere lezioni di efficienza politica proprio da loro!
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puntaccapo

venerdì 11 febbraio 2011

Non facciamoci del male

Spinto dall'insistenza di Programma Alatri che, come si può leggere sul loro sito (www.programma-alatri.it), ha anche organizzato una raccolta pubblica di firme a sostegno delle primarie, il PD nostrano è finalmente uscito allo scoperto, ufficializzando la scelta di Fabio Di Fabio come candidato a sindaco nelle prossime amministrative.
Se si va sulla pagina web del PD di Alatri (www.pdalatri.it) si può infatti leggere l'articolo, a firma del Segretario, Francesca Gatta, nel quale si asserisce che, in una riunione in cui "erano presenti tutti i dirigenti, rappresentativi dell'intero territorio comunale", "la Direzione del Partito Democratico di Alatri ha indicato all'unanimità quale candidato sindaco per le prossime elezioni il capogruppo consiliare Fabio Di Fabio", dichiarando inoltre che il partito "si impegnerà a costruire la più larga posizione possibile, cercando la condivisione delle proprie proposte", ecc. ecc.
Condivisa o meno, che piaccia o no, la decisione sembrerebbe presa e ci si aspetterebbe che, da ora in poi, tutto il PD si mettesse a lavorare in armonia per trarre il massimo risultato possibile da questa candidatura.
E invece, no.
Con una mossa inaspettata, il PD di Alatri smentisce se stesso e fa uscire sulla stampa un comunicato nel quale un gruppo di militanti/dirigenti del partito, riconducibili territorialmente all'area di Tecchiena, affermano di non aver mai preso la decisione di candidare Di Fabio alle prossime elezioni, ma, casomai, di avergli affidato un mandato esplorativo per sondare le posizioni delle varie componenti del centrosinistra.
Siamo alle solite!
Proprio nel momento in cui bisognerebbe mostrare il massimo della compattezza, dell'unitarietà e della coesione, il nostro centrosinistra, di cui il PD dovrebbe essere il partito di riferimento, appare incerto e confuso, disgregato com'è da personalismi e localismi autodistruttivi che nulla hanno a che fare con la salvezza della nostra città. Senza una coalizione forte, capace di coinvolgere e di entusiasmare senza riserve tutte le forze del centrosinistra, non solo sarà assai difficile vincere le elezioni, ma anche amministrare proficuamente e in armonia per un intero quinquennio.
Se non si cambia rotta rapidamente, Iannarilli e Magliocca vinceranno a mani basse fin dal primo turno (già immagino come se la staranno ridendo): non vorrei che avessero ragione certi amici di Programma Alatri che pensano che, piuttosto che con un centrosinistra che non riesce a fare squadra, forse è meglio perdere da soli!
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puntaccapo





giovedì 10 febbraio 2011

Stop al telemarketing molesto. Era ora!


Grazie ad un provvedimento voluto dal Garante della Privacy (D.P.R. n. 178/2010) è finalmente è possibile porre fine alle telefonate pubblicitarie indesiderate. 
Da lunedì 31 gennaio scorso, per coloro il cui numero compare sull'elenco telefonico, è infatti consentito iscriversi al cosiddetto "Registro delle Opposizioni", per bloccare pubblicità, offerte commerciali, sondaggi e qualsiasi altra invadente azione di marketing telefonico. 
L'iscrizione al Registro è molto semplice e gratuita (le istruzioni sono disponibili sul sito del Garante all'indirizzo http://abbonati.registrodelleopposizioni.it/abbonati/home-abbonato) e la si può fare con le seguenti modalità:

L'iscrizione al Registro delle Opposizioni non comporta l'automatica cancellazione dall'elenco telefonico ed è revocabile in qualsiasi momento.


L'iscrizione nell'elenco blocca qualsiasi trattamento dei dati per fini pubblicitari o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale, qualora i dati siano stati raccolti dall'elenco telefonico. Non ha efficacia, invece, nel caso in cui chi effettui il telemarketing abbia raccolto il numero telefonico da fonti diverse dagli elenchi telefonici.

Chi non si iscrive al Registro delle Opposizioni ed è presente negli elenchi telefonici, in base al principio del silenzio-assenso, di fatto autorizza le società a continuare ad effettuare telefonate commerciali.

In ogni caso,  gli addetti al call center hanno l'obbligo di dichiarare, anche in assenza di una specifica richiesta dell'interessato, che i dati personali sono stati estratti dall'elenco degli abbonati, esplicitando la possibilità di iscriversi nel Registro delle Opposizioni per non ricevere più telefonate. Inoltre il numero da quale vengono effettuate le chiamate pubblicitarie deve apparire in chiaro, in modo che sia possibile presentare eventuali segnalazioni al Garante della privacy se nonostante il divieto si continua ad essere disturbati. 

puntaccapo
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lunedì 7 febbraio 2011

Una partita da non perdere

Gli avvenimenti di Napoli hanno, ahimè, confermato le mie perplessità a proposito delle primarie: sono una bella invenzione, ma ancora troppo grezza per essere usata per ognidove. Il rischio principale è quello di dividere, piuttosto che unire, i candidati e l'area del centrosinistra, con ripercussioni pesantissime sulla governabilità di una eventuale coalizione e sul risultato delle vere elezioni.
Anche ad Alatri non si sfugge a questa eventualità.
Mi spiego.
Ormai si è arrivati ad una netta contrapposizione tra chi le primarie non le vuole nemmeno sentir nominare (paradossalmente il PD, che le ha inventate ed in altri tempi ne aveva fatto un suo cavallo di battaglia) e chi invece (le liste civiche, Programma Alatri in testa) le pone come condizione imprescindibile per la realizzazione di una coalizione anti-Magliocca.
Il PD ovviamente non le vuole perché, forte del suo status politico di livello sovracomunale e degli accordi fra i maggiorenti del partito, ha già fatto le sue scelte in totale autonomia (com'è suo diritto), individuando in Fabio Di Fabio il suo candidato naturale, e non ha alcuna intenzione di farselo bruciare da un rappresentante, più o meno blasonato, di una lista locale.
Le civiche, dal canto loro, hanno fiutato che sul territorio - e dentro al PD - questa candidatura non è del tutto gradita e sono convinti di avere cavalli di razza (Patrizio Cittadini? Gianfranco De Santis?) in grado di raccogliere più consensi di Di Fabio: di conseguenza, pur di non spaccare il fronte del centrosinistra, per legittimare la loro proposta, le civiche invocano il ricorso alle primarie, sicuri di vincerle.
Come andrà a finire? Le ipotesi sono due ed entrambe pericolose.
Uno: il PD accoglie le primarie, il candidato naturale (Di Fabio) non le accetta e ritira la propria candidatura. Chiunque vinca le primarie dovrà affrontare una campagna elettorale sapendo che la squadra di Di Fabio non lavorerà per lui, se non addirittura remerà contro (è già successo, con altri protagonisti).
Due: il PD non accetta le primarie e va avanti per la sua strada. A questo punto una o più liste civiche potrebbero decidere di correre da sole, sottraendo importanti voti alla coalizione di centrosinistra e sperando di tornare ad avere voce in capitolo in caso di ballottaggio.
Esiste una terza via, forse ancora praticabile: fare squadra, chiamare a raccolta il fronte delle opposizioni, costruire insieme un accordo di programma nel quale sia ben chiaro e definito cosa fare nei prossimi cinque anni e quali sono e saranno ruoli e responsabilità dei diversi attori e poi, eventualmente, andare alle primarie.
Bisogna sbrigarsi, il tempo è poco e ne è stato sprecato già troppo.
Quella che sta per iniziare è una partita molto importante, nella quale è in ballo il presente ed il futuro della nostra città: in questo caso non conta solo partecipare, ma è di fondamentale importanza soltanto vincere.
puntaccapo
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