domenica 29 agosto 2010

Laurea di Barbara Berlusconi: una linguaccia alla meritocrazia

Con una tesi sull'economista indiano Amartya Sen, premio Nobel per l'economia nel 1998, Barbara Berlusconi, figlia di Silvio Berlusconi e Veronica Lario, si e' laureata con lode (laurea triennale) in Filosofia all'Universita' San Raffaele di Milano. La cerimonia di proclamazione, alla quale era presente il Presidente del Consiglio, è stata tenuta dal rettore don Luigi Verze', a cui lo stesso premier e' molto legato. Tra i cinque neo-dottori in Filosofia, quattro hanno conseguito la laurea con 110 e lode e uno solo con 110. Il rettore però si è rivolto alla sola Berlusconi, complimentandosi per l’argomento della tesi e invitandola a diventare docente universitaria.
Roberta De Monticelli, docente di Filosofia della Persona proprio alla Facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele, si è molto risentita di questo episodio, ed ha scritto una lettera aperta che qui di seguito pubblichiamo.

"Insegno Filosofia della Persona alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita Salute San Raffaele. Scrivo queste righe per dire: non in mio nome. Non è certamente in mio nome che oggi (il giorno della laurea, ndr) il nostro Rettore, don Luigi Verzé, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolto alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva oggi a conclusione del suo percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una Facoltà di economia del San Raffaele basata sul pensiero dell’autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del Presidente del Consiglio, il quale assisteva alla cerimonia.
Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti, non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il Rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d’eccellenza quale l’Università San Raffaele giustamente aspira ad essere.
Tengo a dissociarmi nettamente e pubblicamente e da queste parole e dalla logica che le sottende, logica che da una vita combatto, come combatto da sempre il corporativismo e i sistemi clientelari dell’Università italiana, e il progressivo affossamento di tutti i criteri di eccellenza e di merito, oltre che dell’Università stessa come scuola di libertà.
Me ne dissocio individualmente, anche se spero che la deprecazione dell’accaduto sia unanime fra il corpo docente. Ma tengo a ribadire con questa mia serena dichiarazione che non sono né di principio né di fatto corresponsabile dell’andamento di questa cerimonia: non di principio per le profonde ragioni di dissenso che ho qui espresso, non di fatto, perché in effetti non figuravo fra i membri della commissione relativa alla candidata in questione, e certamente non perché avessi chiesto di esserne esonerata”.

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