mercoledì 19 gennaio 2011

LE PRIMARIE? UNA QUESTIONE DEL TUTTO SECONDARIA!

In questi giorni si fa un gran discutere dell'opportunità di ricorrere alle primarie per individuare il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni politiche o amministrative.
Pur considerando le primarie un importante esercizio di partecipazione democratica e riconoscendo ad esse un elevato valore simbolico, occorre, tuttavia, non sottovalutare il rischio che esse, così come sono attualmente strutturate, possano essere non solo inutili, ma addirittura fornire indicazioni sbagliate, fuorvianti o  controproducenti. 
Se, ad esempio, pensiamo ad Alatri, sul piano dei numeri dovremmo considerare un corpo elettorale di circa 20.000 persone: vale a dire che per diventare sindaco si dovrebbero prendere, più o meno, 11.000 voti. Ora, nell'ipotesi verosimile che alle primarie vada a votare il 10-15% dell'elettorato di centrosinistra, essendo chiamato a scegliere tra tre o quattro candidati a sindaco, potrebbe accadere che chi, tra amici, parenti e simpatizzanti, suoi o di sua moglie, riuscisse a racimolare due o trecento voti, risulterebbe automaticamente "vincitore", pur essendo rappresentativo solo di se stesso.
Inoltre, le primarie - che pur sempre elezioni sono - rischiano di invelenire e "personalizzare" il confronto all'interno del centrosinistra, distraendo dal vero obiettivo politico - battere le destre - e spostando tutta l'attenzione sui candidati, piuttosto che sui progetti politici.
E' un film che abbiamo già visto: sarebbe ora che il centrosinistra abbandonasse "correntismi", localismi e personalismi che lo hanno portato all'autodistruzione e si occupasse maggiormente di vincere qualche competizione elettorale. 
Infine c'è da dire che, nell'attuale situazione, il ricorso alle primarie apparirebbe come un forte segno di debolezza, la dimostrazione che i partiti, i movimenti e le coalizioni che dovrebbero proporre una valida alternativa allo "iannarillismo" dominante, non sarebbero sufficientemente coesi e radicati per elaborare una convincente proposta politica, costruita su di un credibile progetto di rilancio della nostra città, piuttosto che sulla faccia della persona chiama a tentare di ricoprire il ruolo di sindaco.
La questione primaria - mi si perdoni il gioco di parole - non è fare o non fare le primarie, quanto piuttosto vincere le secondarie, che, invece, non è affatto un obiettivo secondario.
puntaccapo 

1 commento:

  1. Ricevo e pubblico il seguente commento:
    "Condivido in pieno. E oltre le fondamentali osservazioni dell'articolo, aggiungo che c'è anche il rischio, mi sembra, se non di una deriva settaria reale e concreta, di un'immagine che di tale deriva si potrebbe ricavare nella percezione di alcuni.
    Le primarie sono comunque un filtro, che se sul fianco sinistro son fatte per avvicinare un tipo di elettore, sul fianco destro ne allontanano un altro. Cosa nociva sia su scala nazionale quanto in un paese che, piú piccolo, registra fisiologicamente piú attrito.
    Per il resto la nostra è ormai una democrazia ciuingam, c'è chi la stira da un lato fino ad affogarla nella censura, e chi, dall'altro, per denunciarne l'autoritarismo ne nega l'autorità. Le primarie, forse, sono uno dei tanti segni che il bubblegum democratico si sta riempiendo d'aria."
    FP

    RispondiElimina