Il più deluso (e deludente) di tutti dovrebbe, a mio avviso, essere il sindaco uscente Costantino Magliocca che, nonostante i potenti mezzi messi in campo e la forza imprenditoriale che lo circondava, si è fermato ad un modesto 38%. Un buon risultato, se si fosse trattato di una prima candidatura, ma in caso di riconferma di un sindaco convinto di aver amministrato alla grande per cinque anni, appare come una sonora bocciatura del suo elettorato: invece di incrementare le sue percentuali, Magliocca lascia per strada oltre il 12% dei consensi che aveva nel 2006 (51%) ed inoltre, cosa da non sottovalutare, perde circa il 4% rispetto ai voti raccolti dalle liste che lo sostenevano. Segno che c'è una consistente fetta dell'elettorato che, pur avendo votato per il centrodestra, non lo ha scelto come possibile sindaco.
Non meglio è andata al PdL attestatosi oggi al 23%, quando, nel 2006, aveva raggiunto, insieme ad Alleanza Nazionale, quasi il 33% dei consensi (26% a FI e 7% ad AN). Anche il capolista Iannarilli è crollato, risultando al quarto posto nella sua lista, con poco meno di 350 voti: forse è un segno che la politica dei molti urli, dei pochi fatti e dei troppi incarichi, alla fine non paga più di tanto.
Ma se in casa Magliocca non si ride, nel centrosinistra c'è veramente da piangere: la constatazione che, sommando il quasi 28% di Morini con il quasi 23% di Cittadini, avrebbe portato il centrosinistra ad avere un nuovo sindaco fin dal primo turno, rende ancor più amaro il boccone da mandare giù. E' stata sprecata un'occasione irripetibile. Ancora una volta il nostro PD, capoccioni in testa, ha dimostrato la stessa lungimiranza di una talpa cieca!
Ma se Morini, ballottaggio raggiunto, può ritenersi soddisfatto per il risultato conseguito e per il suo successo personale, così non si può dire per la coalizione che lo sosteneva: il PD ottiene un risicato 10,6%, ben al di sotto del già non brillante risultato del 2006, quando DS e Margherita, insieme, avevano totalizzato il 18% dei voti. A guardare questi numeri ci si accorge che il PD di oggi ha raggiunto una quota inferiore a quanto la Margherita aveva fatto da sola nel 2006 (11,1%): sembra quasi che ad Alatri la componente democristiana del PD abbia completamente divorato l'ala sinistra del partito, che si è totalmente dileguata e, probabilmente, poco convinta delle candidature in campo, o non ha votato, o si è rivolta altrove. Per il resto: Socialisti, senza valutazione; Italia dei Valori, inesistente.
Veniamo, infine, a Patrizio Cittadini - di gran lunga il miglior sindaco che Alatri abbia avuto negli ultimi vent'anni ed al quale si devono il risanamento economico del Comune, la rinascita culturale della città, e l'avvio di un imponente programma di opere pubbliche che hanno completamente cambiato (e continuano a cambiare) il volto del nostro paese - al quale non è bastato il blasone conquistatosi sul campo, né l'ottimo successo personale, che lo ha portato a raccogliere quasi 700 voti in più rispetto a quelli delle liste a lui collegate. Cittadini puntava al ballottaggio, ma non ce l'ha fatta: probabilmente ha pagato le incertezze della fase pre-elettorale ed il fatto di aver avuto avversari che hanno incentrato la loro campagna più sulla sua sconfitta, piuttosto che sulla loro affermazione.
Programma Alatri, del resto, non ha retto il colpo e, passando dal 15% del 2006 al quasi 9% di oggi, ha visto i suoi voti erosi dalle liste civiche Valore Donna (ottima col 3,7%) ed Alatri Oltre, entrambe andate a prendere voti nel medesimo bacino di Programma Alatri. Deludente l'UDC (3,3%), che ha visto più che dimezzata la sua quota del 2006 (aveva quasi il 7%): è un gruppo che, in continua oscillazione tra centrodestra e centrosinistra, stenta a conquistarsi una sua identità politica e che, nonostante il buon programma elettorale (eh già! ma chi li guarda più i programmi!), non è riuscito raggiungere il risultato cui legittimamente aspirava. Sinistra Ecologia e Libertà, infine - unica rappresentante della sinistra alatrense - è rimasta sotto il 2%: non male se si considera che è un gruppo di giovani alla prima esperienza politica. Avranno modo di crescere e di farsi valere.
.
puntaccapo
Veniamo, infine, a Patrizio Cittadini - di gran lunga il miglior sindaco che Alatri abbia avuto negli ultimi vent'anni ed al quale si devono il risanamento economico del Comune, la rinascita culturale della città, e l'avvio di un imponente programma di opere pubbliche che hanno completamente cambiato (e continuano a cambiare) il volto del nostro paese - al quale non è bastato il blasone conquistatosi sul campo, né l'ottimo successo personale, che lo ha portato a raccogliere quasi 700 voti in più rispetto a quelli delle liste a lui collegate. Cittadini puntava al ballottaggio, ma non ce l'ha fatta: probabilmente ha pagato le incertezze della fase pre-elettorale ed il fatto di aver avuto avversari che hanno incentrato la loro campagna più sulla sua sconfitta, piuttosto che sulla loro affermazione.
Programma Alatri, del resto, non ha retto il colpo e, passando dal 15% del 2006 al quasi 9% di oggi, ha visto i suoi voti erosi dalle liste civiche Valore Donna (ottima col 3,7%) ed Alatri Oltre, entrambe andate a prendere voti nel medesimo bacino di Programma Alatri. Deludente l'UDC (3,3%), che ha visto più che dimezzata la sua quota del 2006 (aveva quasi il 7%): è un gruppo che, in continua oscillazione tra centrodestra e centrosinistra, stenta a conquistarsi una sua identità politica e che, nonostante il buon programma elettorale (eh già! ma chi li guarda più i programmi!), non è riuscito raggiungere il risultato cui legittimamente aspirava. Sinistra Ecologia e Libertà, infine - unica rappresentante della sinistra alatrense - è rimasta sotto il 2%: non male se si considera che è un gruppo di giovani alla prima esperienza politica. Avranno modo di crescere e di farsi valere.
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