lunedì 7 febbraio 2011

Una partita da non perdere

Gli avvenimenti di Napoli hanno, ahimè, confermato le mie perplessità a proposito delle primarie: sono una bella invenzione, ma ancora troppo grezza per essere usata per ognidove. Il rischio principale è quello di dividere, piuttosto che unire, i candidati e l'area del centrosinistra, con ripercussioni pesantissime sulla governabilità di una eventuale coalizione e sul risultato delle vere elezioni.
Anche ad Alatri non si sfugge a questa eventualità.
Mi spiego.
Ormai si è arrivati ad una netta contrapposizione tra chi le primarie non le vuole nemmeno sentir nominare (paradossalmente il PD, che le ha inventate ed in altri tempi ne aveva fatto un suo cavallo di battaglia) e chi invece (le liste civiche, Programma Alatri in testa) le pone come condizione imprescindibile per la realizzazione di una coalizione anti-Magliocca.
Il PD ovviamente non le vuole perché, forte del suo status politico di livello sovracomunale e degli accordi fra i maggiorenti del partito, ha già fatto le sue scelte in totale autonomia (com'è suo diritto), individuando in Fabio Di Fabio il suo candidato naturale, e non ha alcuna intenzione di farselo bruciare da un rappresentante, più o meno blasonato, di una lista locale.
Le civiche, dal canto loro, hanno fiutato che sul territorio - e dentro al PD - questa candidatura non è del tutto gradita e sono convinti di avere cavalli di razza (Patrizio Cittadini? Gianfranco De Santis?) in grado di raccogliere più consensi di Di Fabio: di conseguenza, pur di non spaccare il fronte del centrosinistra, per legittimare la loro proposta, le civiche invocano il ricorso alle primarie, sicuri di vincerle.
Come andrà a finire? Le ipotesi sono due ed entrambe pericolose.
Uno: il PD accoglie le primarie, il candidato naturale (Di Fabio) non le accetta e ritira la propria candidatura. Chiunque vinca le primarie dovrà affrontare una campagna elettorale sapendo che la squadra di Di Fabio non lavorerà per lui, se non addirittura remerà contro (è già successo, con altri protagonisti).
Due: il PD non accetta le primarie e va avanti per la sua strada. A questo punto una o più liste civiche potrebbero decidere di correre da sole, sottraendo importanti voti alla coalizione di centrosinistra e sperando di tornare ad avere voce in capitolo in caso di ballottaggio.
Esiste una terza via, forse ancora praticabile: fare squadra, chiamare a raccolta il fronte delle opposizioni, costruire insieme un accordo di programma nel quale sia ben chiaro e definito cosa fare nei prossimi cinque anni e quali sono e saranno ruoli e responsabilità dei diversi attori e poi, eventualmente, andare alle primarie.
Bisogna sbrigarsi, il tempo è poco e ne è stato sprecato già troppo.
Quella che sta per iniziare è una partita molto importante, nella quale è in ballo il presente ed il futuro della nostra città: in questo caso non conta solo partecipare, ma è di fondamentale importanza soltanto vincere.
puntaccapo
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