lunedì 16 gennaio 2012

L'isola di mezzanotte

Circa un mese fa l'amministrazione comunale di Alatri ha emesso un'ordinanza - peraltro mai andata in vigore - con la quale si estendeva la durata dell'isola pedonale "domenicale" all'intervallo di tempo che va dalle 22.00 del sabato sera alle 6.00 di domenica mattina.
Ora, visto che appare assai difficile immaginare frotte di pedoni che, di sabato notte, infreddoliti, passeggino su e giù per le strade del centro finalmente liberate dal traffico, c'è da chiedersi quale sia stata la ratio, la motivazione reale che ha spinto l'amministrazione ad adottare - e poi, spero, a ritirare - un simile provvedimento, ovvero se, come appare molto più probabile, non si trattasse solo un "espediente" escogitato per mascherare la propria difficoltà nel far rispettare le regole. 
In effetti, il sabato sera il centro cittadino ed, in particolare, piazza S. Maria Maggiore, perdono tutta la loro bellezza e si trasformano in un orrendo e rumoroso garage con decine di macchine buttate qua e là alla rinfusa, nel più totale disprezzo dei divieti e delle più elementari regole della buona educazione e del vivere civile. Ma, piuttosto che adottare strumenti idoneii a contrastare il malcostume - come le tanto decantate telcamere di videosorveglianza, il blocchetto delle contravvenzioni, un breve servizio serale dei vigili urbani, una guardia giurata - si preferisce utilizzare la tecnica del "coprifuoco", che non solo non produce alcun effetto educativo, ma impedendo l'accesso ai numerosi parcheggi di viale Duca D'Aosta, finisce col danneggiare quella trentina di esercizi della ristorazione presenti nel centro storico e che hanno bisogno del sabato sera e della domenica per tenere in positivo i propri bilanci.
Che ad Alatri viabilità e parcheggi abbiano bisogno di una riorganizzazione è cosa nota ed evidente, ma ciò non può avvenire, come in questo caso, con provvedimenti estemporanei presi al di fuori di una logica di sistema che tenga conto di tutte le variabili che caratterizzano una città di trentamila abitanti (turismo, commercio, servizi, urbanistica) e senza il contributo delle componenti sociali che la vivono quotidianamente (residenti, lavoratori, studenti, turisti). Diversamente si rischia solo di peggiorare una situazione già difficile o di produrre effetti ingestibili come è accaduto, ad esempio, in piazza S. Maria Maggiore dove sono stati cancellati quasi tutti i parcheggi esistenti, ma senza riuscire ad eliminare le macchine, che sono ancora tutte lì, più disordinate di prima.
Personalmente sono convinto che l'Alatri di oggi non possa permettersi un'isola pedonale così come è attualmente strutturata, che non possa rinunciare ai tanti parcheggi di viale Duca D'Aosta, che abitare in centro non possa diventare un calvario per le famiglie che possiedono una o due macchine. Al contempo, non è accettabile che le nostre piazze, i nostri vicoli, i nostri monumenti diventino ostaggio delle automobili: la città deve essere vivibile per tutti, per chi vi abita, per chi vi lavora, per vuole visitarla, per chi vuole comunque goderne; e se il prblema sono i posti macchina bisogna crearli e regolamentarli. Magari si potrebbe far diventare bianca qualche striscia blu - tanto pochi se ne servono e nessuno controlla gli scontrini - e, piuttosto che una delle tante idee bizzarre che sono circolate in questi giorni, trasformare il vecchio ospedale in un parcheggio multipiano con accesso da piazza Regina ed uscita da porta S. Francesco.

puntaccapo

domenica 19 giugno 2011

Piccolo dizionario dei rifiuti

Con l'avvio della raccolta differenziata sarà successo anche a voi di non saper decidere in quale contenitore mettere un certo rifiuto: dove va la carta del Kinder? E il coperchietto dello yogourt? E il bicchiere di carta? E le cicche di sigaretta?
Ho scovato su internet un dizionario dei rifiuti fatto - piuttosto bene - dalla Acea del Piemonte ed ho pensato che fosse utile metterlo a disposizione di tutti dedicandogli una apposita pagina di puntaccapo raggiungibile anche dal link che segue.

DIZIONARIO DEI RIFIUTI

Spero vi sia utile.
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puntaccapo

martedì 7 giugno 2011

Il riciclaggio come metafora politica, ovvero: anche in Consiglio Comunale non si butta via niente.

A stare a ciò che si legge e si sente, mi pare che siamo partiti piuttosto maluccio!
La composizione della giunta, in perfetto stile prima repubblica, è avvenuta con il manuale Cencelli alla mano: io ho portato tot voti e mi spettano tot assessorati; tu ne hai portati tot di meno e ti spettano meno assessorati.
Problema. Un sindaco vince le elezioni e gli spettano cinque assessori. Se due se li prende il PD, quanti ne restano per le altre liste? E se le liste sono 6 come fanno a spartirsi 5 assessori?
Soluzione (apparentemente semplice): 2 assessori al PD, 1 per uno ad altre 3 liste civiche (Alatri Unita, Alleanza per Alatri, Alatri nel Cuore), 0 all'IdV (che praticamente non ha preso voti), 0 al PSI, ma con il contentino della Presidenza del Consiglio Comunale alla dottoressa Evangelisti.
Sembrerebbe fatta, e invece no!
A sorpresa, dal cilindro del grande prestigiatore ecco spuntare il coniglio magico: la presidenza del Consiglio Comunale va a Fausto Lisi, con il quale questa maggioranza ha fatto accordi pre-ballottaggio non dichiarati. La stessa maggioranza che aveva affermato di voler andare assolutamente da sola e di non voler fare accordi con nessuno (men che meno con l'altra ala sinistra); lo stesso Fausto Lisi che, pur avendo tentato accordi sia a destra che a sinistra, aveva dichiarato che non avrebbe appoggiato alcun candidato in ballottaggio.
E' questo il "nuovo" che emerge?
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puntaccapo

sabato 4 giugno 2011

Sangue sudore e lacrime

Spenti i riflettori della campagna elettorale, scemata l'euforia della vittoria e terminati i festeggiamenti, per Giuseppe Morini e la sua squadra - siamo ansiosi di conoscerla - inizia la grande fatica, il percorso più difficile, che li porterà, per i prossimi cinque anni, a tenere le redini di Alatri ed a far - come afferma lo slogan - rinascere questa città.
L'obiettivo è di quelli ardui: Alatri non è più quella del 2003, non è più quella città sana ed in crescita che Morini prese in mano in continuità con i due mandati di Patrizio Cittadini.
Oggi Alatri è una città in grave difficoltà: non ci sono soldi, le casse sono vuote - pensate, alla fine di maggio, l'amministrazione Magliocca non aveva nemmeno approvato il bilancio preventivo! - la macchina comunale è allo stremo, disgregata com'è dal mobbing e dal clientelismo, le opere pubbliche sono ferme a cinque anni fa, i servizi sociali sono ridotti al lumicino, il commercio è al collasso, scuole ed ospedale sono a rischio di chiusura, il turismo non esiste, le manifestazioni culturali e gli spettacoli di un tempo non si sa più nemmeno cosa siano, i giovano non hanno prospettive di lavoro e perfino molti degli immigrati ci stanno abbandonando.
In queste condizioni per la nuova amministrazione - e di conseguenza per tutti noi - si prepara un non breve periodo di sangue, sudore e lacrime, durante il quale, a suon di sacrifici (individuali e collettivi), bisognerà cercare di risalire la china del disastro in cui siamo piombati in "soli" cinque anni di gestione dissennata.
Se non vorrà deludere il suo elettorato, Morini dovrà mettere in campo una squadra di assessori seri e competenti, fatta di gente motivata e dotata di grande disponibilità di tempo, in grado di garantire una presenza continua e costante negli uffici comunali. Anche i consiglieri eletti nelle sue liste dovrebbero essere coinvolti in questa difficile opera di risanamento e, attraverso lo strumento delle deleghe, prendere sulle proprie spalle parte delle attività amministrative solitamente destinate alla giunta.
Con le poche risorse a disposizione ed i debiti fin qui accumulati non sarà facile ripartire e se, come credo, non si vogliono aumentare le tasse, bisognerà operare un drastico taglio agli sprechi ed avviare una seria politica di riduzione della spesa (e forse dei servizi) senza tralasciare, però, il rilancio dell'economia della città - unico volano possibile per uscire dalla crisi - valorizzando le vocazioni locali ed utilizzando al massimo i tanti fondi pubblici (regionali, nazionali, europei) ancora disponibili.
Alatri, insomma, non ha bisogno di una politica del "giorno per giorno", bensì di un progetto di sviluppo a medio e lungo respiro, in grado di guardare lontano e di coinvolgere, con grande spirito di collaborazione, amministratori e cittadini.
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puntaccapo

mercoledì 1 giugno 2011

La grande soprpresa: aria nuova (o quasi) in città

Giuseppe Morini ha vinto, sovvertendo alla grande il risultato del primo turno e confermando, con il suo successo, l'insoddisfazione degli alatresi nei confronti dell'amministrazione uscente, di fatto risultata agli occhi di tutti davvero poco efficace.
Dai numeri, si può notare che anche al secondo turno la percentuale dei votanti si è mantenuta molto elevata (oltre il 76%), a dimostrazione della volontà di partecipazione e di espressione democratica dei nostri concittadini che, com'è giusto, hanno deciso di agire da protagonisti nella vita politica della propria città.
Il dato che, però, maggiormente balza agli occhi è che, mentre Magliocca ha visto incrementare di sole 300 unità i voti attribuiti alle sue liste (da 7.530 a 7.845), per le liste di Morini si è passati dai 4.949 voti del primo turno agli 8.963 del secondo, con una progressione che, in termini numerici, corrisponde quasi ad un raddoppio dei consensi. Analoga situazione la si riscontra rispetto alle preferenze individuali, dove Morini è cresciuto di circa 4.800 voti, contro gli appena 500 di Magliocca.
Ciò che emerge da queste cifre è quanto siano stati determinanti i quindici giorni di campagna elettorale in vista del ballottaggio, quando i due candidati, usciti dal turbinio dei candidati e delle liste, hanno dovuto presentare se stessi, con la propria personalità e con il proprio carattere.
Le differenze fra i due sono state subito evidenti e la gente le ha colte a pieno, trasformando il voto, che al primo turno aveva una forte connotazione politica, in una scelta di credibilità personale (come del resto è avvenuto a Milano e Napoli).
Morini ha affrontato la seconda parte della campagna elettorale con grinta (a volte anche troppa) e determinazione, incentrando i propri interventi sul programma e sulle inefficienze della gestione Magliocca, mostrandosi per quello che è, con i suoi pregi ed i suoi difetti, con i suoi punti di forza e con le sue debolezze.
Dall'altra parte Magliocca è apparso piuttosto spento, a tratti anche rinunciatario (forse avvertendo un calo di interesse da parte dei suoi stessi sostenitori), ha parlato con poca credibilità dei successi del suo quinquennio e, soprattutto, si è celato dietro una sequenza di verbosi papaveri politici (onorevoli, senatori, ministri, presidenti e simili) che poco avevano a che fare con la nostra città e con i suoi problemi, dimostrando così di essere un sindaco "debole", con una impronta politica fortemente dipendente da quella dei suoi sponsor di alto lignaggio.
La gente ha dimostrato di essere stufa di sole parole, ha fatto la sua scelta e chiede fatti concreti: ora se li aspetta da chi ha vinto.
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puntaccapo

sabato 28 maggio 2011

Abbiamo ancora una possibilità per restituire un futuro alla nostra città: non buttiamola via

Che Costantino Magliocca non fosse il sindaco giusto per Alatri lo si era capito fin dall'inizio quando, nel 2006, si era presentato all'elettorato con un programma pedissequamente copiato da quello dei sindaci di Cantù e di Savigliano. Mettere la propria firma e la propria faccia, come se fosse proprio, su qualcosa scritto da altri per altri comuni, è stato, non solo un atto di grave scorrettezza politica, ma anche una palese dimostrazione del disinteresse e del poco rispetto che lui e la compagine che lo rappresentava avevano per la nostra città.
E le cose sono andate avanti in questo modo per tutti e cinque gli anni del suo mandato, caratterizzato da un blocco totale delle attività amministrative, dal ripristino della politica dell'intimidazione e del clientelismo (basti pensare a come sono stati liquidati assessori e funzionari comunali che hanno osato esprimere il proprio dissenso politico-amministrativo), lasciando la gestione del comune in mano al suo "onorevole" sponsor ed ai suoi galoppini.
Ve le ricordate le promesse della vecchia campagna elettorale?
Il mercato, il vecchio ospedale, la tangenziale, il difensore civico, lo sviluppo del turismo, il sostegno al commercio, le politiche giovanili: niente, tutto fumo senza arrosto.
E le attività culturali? Biennale d'arte, Master Universitario, Scuola e Premio di Giornalismo Minnucci, Alatri dal Vivo, Pelasgia, Cinema Sotto le Stelle, Teatro all'Ombra dei Ciclopi: tutto cancellato, tutto dimenticato.
E, come se non bastasse, a questo si aggiunge lo spreco di denaro pubblico legato alle numerose consulenze/incarichi (direttori generali da centinaia di migliaia di euro, colonie di avvocati chiamati a difendere in tribunale i numerosi errori del comune, staff di segretaria personale numeroso come una squadra di calcio, responsabili del cerimoniale del sindaco, e così via) ed alla perdita o non utilizzazione di finanziamenti per diversi milioni di euro (partecipazione, contratti di quartiere, mura ciclopiche, alloggi popolari, eccetera).
E in cambio cosa abbiamo avuto? Niente.
In cinque anni non si è riusciti nemmeno a realizzare il parcheggio "a raso" di S.Francesco: roba da pochi giorni di lavoro. C'è qualcosa a cui legare il ricordo dell'amministrazione di Costantino Magliocca che non sia quella disgraziatissima frase di voler trasformare Alatri in una piccola Siena?
Ed ora ci vogliono abbindolare con qualche metroquadro di asfalto buttato qua e la o con qualche lampione? Non facciamoci fregare: cinque anni di immobilismo non si cancellano con qualche giorno di attività pre-elettorale.
Ricordiamocelo domenica e lunedì.
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puntaccapo

sabato 21 maggio 2011

Siamo in vicolo cieco. Se ne esce solo a retromarcia.

La domanda del giorno é: che facciamo al ballottaggio?
Votiamo per Morini o per Magliocca, votiamo scheda bianca o non andiamo affatto a votare?
Partiamo da una semplice considerazione numerica.
Magliocca è in vantaggio di oltre 10 punti rispetto a Morini, per cui gli basta mantenere l'attuale situazione di preminenza per tornare a fare il sindaco di Alatri: in pratica,  per i sostenitori di Patrizio Cittadini, votare scheda bianca o non andare a votare equivale a regalare voti a Magliocca.
E' chiaro che Morini - nonostante quello che pare abbia detto in pubblico - ha disperato bisogno dei voti di Cittadini per avere una chance di successo: da solo non può farcela, il distacco da Magliocca è notevole. E allora mi chiedo: ma, Morini, vuole davvero tornare a fare il sindaco di Alatri e - come lui stesso afferma - portare a compimento il lavoro che non è riuscito a concludere cinque anni fa quando fu sfiduciato dal consiglio comunale (compresi due rappresentanti della sua coalizione), oppure è sceso in campo solo per un desiderio di rivalsa nei confronti di Patrizio Cittadini e si accontenta di averlo superato nelle preferenze del primo turno?
Delle due l'una: se vuole vincere deve tendere la mano all'altro gruppo di centrosinistra, lottare per conquistarselo, essere capace di superare i rancori personali e, abbandonando l'improduttiva sicumera mostrata dopo i risultati del primo turno, puntare a costruire una casa comune che abbia come unico obiettivo quello di sconfiggere Magliocca ed il suo pernicioso immobilismo. Se invece ha già raggiunto il suo obiettivo e si accontenta della comoda poltrona di consigliere di minoranza non deve far altro - come di fatto sta già facendo - che chiudere tutte le porte di una possibile alleanza con le liste che hanno sostenuto Cittadini ed utilizzare il facile scudo della dignità personale per coprire la sua rinuncia. In parte posso anche capirlo: prendere in mano la situazione di un Comune disastrato come quello di Alatri non sarà cosa facile, occorrerà molto tempo, fatica, abnegazione ed una buona dose di rinunce sia sul piano personale che su quello professionale.
Chi capisco ancora meno sono i dirigenti del "nostro" centrosinistra, i vari Gatta, Di Fabio, Buschini, Migliorelli, Scalia, Schietroma, De Angelis: possibile che non siano in grado di mettersi intorno ad un tavolo insieme a Morini, Cittadini ed ai rappresentanti delle liste che li hanno sostenuti, per trovare una soluzione politica al problema e riportare Alatri nelle mani di una coalizione di centrosinistra? Ritengo che l'apparentamento ufficiale tra Morini e Cittadini sia oggi l'unica strada possibile da percorrere per tornare alla vittoria e sono certo che la coalizione di Cittadini accetterebbe questa soluzione anche senza ottenere niente in cambio.
Ma forse la verità è un'altra: il PD di Alatri, andando a scegliere un candidato sindaco che non appartiene al proprio partito, non ha alcun potere di governo su di lui, né ha la forza di indirizzarlo verso scelte politiche di livello superiore, ma anzi, obtorto collo, è costretto a subirne le scelte anche se perdenti.
Se questa situazione, come credo, non cambierà è molto probabile che Magliocca ritorni in Comune da sindaco, in tal caso mi aspetto che questo gruppo dirigente si metta in discussione, faccia autocritica e rassegni in blocco le dimissioni.
Ma questa è un'altra storia, o meglio, un sogno ad occhi aperti.
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puntaccapo

giovedì 19 maggio 2011

La grande delusione

Da qualunque parte si guardino i risultati elettorali di Alatri, mi pare che ci sia poco da stare contenti, anzi, se si esclude la moderata soddisfazione di qualche candidato, direi che il sentimento prevalente di votati e votanti dovrebbe essere la delusione.

Il più deluso (e deludente) di tutti dovrebbe, a mio avviso, essere il sindaco uscente Costantino Magliocca che, nonostante i potenti mezzi messi in campo e la forza imprenditoriale che lo circondava, si è fermato ad un modesto 38%. Un buon risultato, se si fosse trattato di una prima candidatura, ma in caso di riconferma di un sindaco convinto di aver amministrato alla grande per cinque anni, appare come una sonora bocciatura del suo elettorato: invece di incrementare le sue percentuali, Magliocca lascia per strada oltre il 12% dei consensi che aveva nel 2006 (51%) ed inoltre, cosa da non sottovalutare, perde circa il 4% rispetto ai voti raccolti dalle liste che lo sostenevano. Segno che c'è una consistente fetta dell'elettorato che, pur avendo votato per il centrodestra, non lo ha scelto come possibile sindaco.
Non meglio è andata al PdL attestatosi oggi al 23%, quando, nel 2006, aveva raggiunto, insieme ad Alleanza Nazionale, quasi il 33% dei consensi (26% a FI e 7% ad AN). Anche il capolista Iannarilli è crollato, risultando al quarto posto nella sua lista, con poco meno di 350 voti: forse è un segno che la politica dei molti urli, dei pochi fatti e dei troppi incarichi, alla fine non paga più di tanto.

Ma se in casa Magliocca non si ride, nel centrosinistra c'è veramente da piangere: la constatazione che, sommando il quasi 28% di Morini con il quasi 23% di Cittadini, avrebbe portato il centrosinistra ad avere un nuovo sindaco fin dal primo turno, rende ancor più amaro il boccone da mandare giù. E' stata sprecata un'occasione irripetibile. Ancora una volta il nostro PD, capoccioni in testa, ha dimostrato la stessa lungimiranza di una talpa cieca!

Ma se Morini, ballottaggio raggiunto, può ritenersi soddisfatto per il risultato conseguito e per il suo successo personale, così non si può dire per la coalizione che lo sosteneva: il PD ottiene un risicato 10,6%, ben al di sotto del già non brillante risultato del 2006, quando DS e Margherita, insieme, avevano totalizzato il 18% dei voti. A guardare questi numeri ci si accorge che il PD di oggi ha raggiunto una quota inferiore a quanto la Margherita aveva fatto da sola nel 2006 (11,1%): sembra quasi che ad Alatri la componente democristiana del PD abbia completamente divorato l'ala sinistra del partito, che si è totalmente dileguata e, probabilmente, poco convinta delle candidature in campo, o non ha votato, o si è rivolta altrove. Per il resto: Socialisti, senza valutazione; Italia dei Valori, inesistente.

Veniamo, infine, a Patrizio Cittadini - di gran lunga il miglior sindaco che Alatri abbia avuto negli ultimi vent'anni ed al quale si devono il risanamento economico del Comune, la rinascita culturale della città, e l'avvio di un imponente programma di opere pubbliche che hanno completamente cambiato (e continuano a cambiare) il volto del nostro paese - al quale non è bastato il blasone conquistatosi sul campo, né l'ottimo successo personale, che lo ha portato a raccogliere quasi 700 voti in più rispetto a quelli delle liste a lui collegate. Cittadini puntava al ballottaggio, ma non ce l'ha fatta: probabilmente ha pagato le incertezze della fase pre-elettorale ed il fatto di aver avuto avversari che hanno incentrato la loro campagna più sulla sua sconfitta, piuttosto che sulla loro affermazione.
Programma Alatri, del resto, non ha retto il colpo e, passando dal 15% del 2006 al quasi 9% di oggi, ha visto i suoi voti erosi dalle liste civiche Valore Donna (ottima col 3,7%) ed Alatri Oltre, entrambe andate a prendere voti nel medesimo bacino di Programma Alatri. Deludente l'UDC (3,3%), che ha visto più che dimezzata la sua quota del 2006 (aveva quasi il 7%): è un gruppo che, in continua oscillazione tra centrodestra e centrosinistra, stenta a conquistarsi una sua identità politica e che, nonostante il buon programma elettorale (eh già! ma chi li guarda più i programmi!), non è riuscito raggiungere il risultato cui legittimamente aspirava. Sinistra Ecologia e Libertà, infine - unica rappresentante della sinistra alatrense - è rimasta sotto il 2%: non male se si considera che è un gruppo di giovani alla prima esperienza politica. Avranno modo di crescere e di farsi valere.
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puntaccapo

mercoledì 9 marzo 2011

da Sinistra Ecologia e Libertà

Chiusa la scherzosa parentesi carnevalesca, il mio blog si riappropria dei toni usuali e lo fa pubblicando una lettera-appello - che condivido pienamente e sottoscrivo come se fosse mia - di Nazzareno Pilozzi, coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà, con la quale, con rara lucidità ed autentica passione, invita il PD ad uscire dagli schemi precostituiti ed a fare fronte comune per costruire una vera alternativa alla destra dilagante.
Finalmente!
La lettera non riguarda specificamente la situazione di Alatri, ma, come leggerete, vi si attaglia perfettamente.
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Sinistra Ecologia Libertà apprezza lo sforzo dell’onorevole De Angelis di tentare di smuovere dal torpore il centro sinistra provinciale. Non vi è dubbio che , come ricorda De Angelis, bisogna immediatamente uscire  “da localismi o personalismi” iniziando finalmente a discutere delle questioni nodali dei nostri territori.  
Sinistra Ecologia Libertà non è interessata a discutere di forze politiche, né di vincoli e paletti. Non vogliamo discutere di veti ed interdizioni, noi vogliamo interloquire con tutti quelli che sono disponibili a scrivere un programma alternativo fondato sulla difesa dei beni comuni come patrimonio pubblico, sulla green economy quale unico strumento di rilancio economico ed occupazionale, sulle politiche sociali e culturali intese come priorità assolute dell’agire delle amministrazioni locali. 
Tutto ciò, ovviamente, modificando e rivoluzionando le pratiche amministrative consolidate che in ogni dove hanno privilegiato l’opacità e l’arroccamento piuttosto che la trasparenza e la partecipazione. Ci vuole la consapevolezza che la sfida dell’alternativa a questa destra, demagogica e lontana dai veri problemi dei cittadini e dei nostri territori, passa per prima cosa attraverso la costruzione del centrosinistra: di un nuovo centrosinistra che sia un patrimonio collettivo e non un recinto per l'esercizio del potere di qualcuno.
La realtà dei singoli comuni che vanno al voto ci parla di un centrosinistra sottoposto a forze centrifughe che rendono difficile la composizione di un quadro solido ed unitario, noi dobbiamo rilanciare sul piano dei contenuti per dare forza all’alternativa che vogliamo costruire. Allora incontriamoci subito per discutere senza diktat di nessuno, per elaborare politiche programmatiche comuni, per ripensare alla possibilità di utilizzare gli strumenti di coinvolgimento del nostro popolo come un’opportunità e non un pericolo, dopo, solo dopo, tutti insieme vediamo dove, e se è possibile, ampliare il centrosinistra alle altre forze politiche che si oppongono alla destra.
Nazzareno Pilozzi - Sinistra Ecologia Libertà provincia di Frosinone

 

martedì 8 marzo 2011

A carnevale ogni scherzo vale

Incredibile!
Se non mi fossi ricordato che siamo a carnevale ci sarei cascato anch'io nella trappola!
Roba da morir dal ridere!
Che buontempone Di Fabio!
Ha sempre voglia di scherzare!
Invece di tentare di ricomporre il centrosinistra, spariglia ancor di più le carte andando a pescare un candidato che non fa parte nemmeno del PD!
Invece di cercare di conquistarsi la fiducia delle forze della mai nata coalizione,  apre le porte all'UDC, a FLI ed ai fuoriusciti dal PdL di Progetto Alatri!
Che scherzo!
Da non credere!
Però che burloni pure questi del PD!
Invece di sputare fuoco e fiamme per certe esternazione estemporanee di alcuni dirigenti, fanno finta di essere d'accordo rimanendo in silenzio, come se tutto fosse normale!
E di primarie nemmeno a parlarne!
Veramente divertente! Da rotolarsi per terra!
Non oso nemmeno pensare cosa si inventeranno per il primo d'aprile!
Ne vedremo delle belle!
Meno male che da domani non è più carnevale e si tornerà a parlare di cose serie.
Però mi viene un dubbio: e se non fosse tutto uno scherzo?
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puntaccapo