Giuseppe Morini ha vinto, sovvertendo alla grande il risultato del primo turno e confermando, con il suo successo, l'insoddisfazione degli alatresi nei confronti dell'amministrazione uscente, di fatto risultata agli occhi di tutti davvero poco efficace.
Dai numeri, si può notare che anche al secondo turno la percentuale dei votanti si è mantenuta molto elevata (oltre il 76%), a dimostrazione della volontà di partecipazione e di espressione democratica dei nostri concittadini che, com'è giusto, hanno deciso di agire da protagonisti nella vita politica della propria città.
Il dato che, però, maggiormente balza agli occhi è che, mentre Magliocca ha visto incrementare di sole 300 unità i voti attribuiti alle sue liste (da 7.530 a 7.845), per le liste di Morini si è passati dai 4.949 voti del primo turno agli 8.963 del secondo, con una progressione che, in termini numerici, corrisponde quasi ad un raddoppio dei consensi. Analoga situazione la si riscontra rispetto alle preferenze individuali, dove Morini è cresciuto di circa 4.800 voti, contro gli appena 500 di Magliocca.
Ciò che emerge da queste cifre è quanto siano stati determinanti i quindici giorni di campagna elettorale in vista del ballottaggio, quando i due candidati, usciti dal turbinio dei candidati e delle liste, hanno dovuto presentare se stessi, con la propria personalità e con il proprio carattere.
Le differenze fra i due sono state subito evidenti e la gente le ha colte a pieno, trasformando il voto, che al primo turno aveva una forte connotazione politica, in una scelta di credibilità personale (come del resto è avvenuto a Milano e Napoli).
Morini ha affrontato la seconda parte della campagna elettorale con grinta (a volte anche troppa) e determinazione, incentrando i propri interventi sul programma e sulle inefficienze della gestione Magliocca, mostrandosi per quello che è, con i suoi pregi ed i suoi difetti, con i suoi punti di forza e con le sue debolezze.
Dall'altra parte Magliocca è apparso piuttosto spento, a tratti anche rinunciatario (forse avvertendo un calo di interesse da parte dei suoi stessi sostenitori), ha parlato con poca credibilità dei successi del suo quinquennio e, soprattutto, si è celato dietro una sequenza di verbosi papaveri politici (onorevoli, senatori, ministri, presidenti e simili) che poco avevano a che fare con la nostra città e con i suoi problemi, dimostrando così di essere un sindaco "debole", con una impronta politica fortemente dipendente da quella dei suoi sponsor di alto lignaggio.
La gente ha dimostrato di essere stufa di sole parole, ha fatto la sua scelta e chiede fatti concreti: ora se li aspetta da chi ha vinto.
.
puntaccapo
Nessun commento:
Posta un commento