Spenti i riflettori della campagna elettorale, scemata l'euforia della vittoria e terminati i festeggiamenti, per Giuseppe Morini e la sua squadra - siamo ansiosi di conoscerla - inizia la grande fatica, il percorso più difficile, che li porterà, per i prossimi cinque anni, a tenere le redini di Alatri ed a far - come afferma lo slogan - rinascere questa città.
L'obiettivo è di quelli ardui: Alatri non è più quella del 2003, non è più quella città sana ed in crescita che Morini prese in mano in continuità con i due mandati di Patrizio Cittadini.
Oggi Alatri è una città in grave difficoltà: non ci sono soldi, le casse sono vuote - pensate, alla fine di maggio, l'amministrazione Magliocca non aveva nemmeno approvato il bilancio preventivo! - la macchina comunale è allo stremo, disgregata com'è dal mobbing e dal clientelismo, le opere pubbliche sono ferme a cinque anni fa, i servizi sociali sono ridotti al lumicino, il commercio è al collasso, scuole ed ospedale sono a rischio di chiusura, il turismo non esiste, le manifestazioni culturali e gli spettacoli di un tempo non si sa più nemmeno cosa siano, i giovano non hanno prospettive di lavoro e perfino molti degli immigrati ci stanno abbandonando.
In queste condizioni per la nuova amministrazione - e di conseguenza per tutti noi - si prepara un non breve periodo di sangue, sudore e lacrime, durante il quale, a suon di sacrifici (individuali e collettivi), bisognerà cercare di risalire la china del disastro in cui siamo piombati in "soli" cinque anni di gestione dissennata.
Se non vorrà deludere il suo elettorato, Morini dovrà mettere in campo una squadra di assessori seri e competenti, fatta di gente motivata e dotata di grande disponibilità di tempo, in grado di garantire una presenza continua e costante negli uffici comunali. Anche i consiglieri eletti nelle sue liste dovrebbero essere coinvolti in questa difficile opera di risanamento e, attraverso lo strumento delle deleghe, prendere sulle proprie spalle parte delle attività amministrative solitamente destinate alla giunta.
Con le poche risorse a disposizione ed i debiti fin qui accumulati non sarà facile ripartire e se, come credo, non si vogliono aumentare le tasse, bisognerà operare un drastico taglio agli sprechi ed avviare una seria politica di riduzione della spesa (e forse dei servizi) senza tralasciare, però, il rilancio dell'economia della città - unico volano possibile per uscire dalla crisi - valorizzando le vocazioni locali ed utilizzando al massimo i tanti fondi pubblici (regionali, nazionali, europei) ancora disponibili.
Alatri, insomma, non ha bisogno di una politica del "giorno per giorno", bensì di un progetto di sviluppo a medio e lungo respiro, in grado di guardare lontano e di coinvolgere, con grande spirito di collaborazione, amministratori e cittadini.
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puntaccapo
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