Circa un mese fa l'amministrazione comunale di Alatri ha emesso un'ordinanza - peraltro mai andata in vigore - con la quale si estendeva la durata dell'isola pedonale "domenicale" all'intervallo di tempo che va dalle 22.00 del sabato sera alle 6.00 di domenica mattina.
Ora, visto che appare assai difficile immaginare frotte di pedoni che, di sabato notte, infreddoliti, passeggino su e giù per le strade del centro finalmente liberate dal traffico, c'è da chiedersi quale sia stata la ratio, la motivazione reale che ha spinto l'amministrazione ad adottare - e poi, spero, a ritirare - un simile provvedimento, ovvero se, come appare molto più probabile, non si trattasse solo un "espediente" escogitato per mascherare la propria difficoltà nel far rispettare le regole.
Ora, visto che appare assai difficile immaginare frotte di pedoni che, di sabato notte, infreddoliti, passeggino su e giù per le strade del centro finalmente liberate dal traffico, c'è da chiedersi quale sia stata la ratio, la motivazione reale che ha spinto l'amministrazione ad adottare - e poi, spero, a ritirare - un simile provvedimento, ovvero se, come appare molto più probabile, non si trattasse solo un "espediente" escogitato per mascherare la propria difficoltà nel far rispettare le regole.
In effetti, il sabato sera il centro cittadino ed, in particolare, piazza S. Maria Maggiore, perdono tutta la loro bellezza e si trasformano in un orrendo e rumoroso garage con decine di macchine buttate qua e là alla rinfusa, nel più totale disprezzo dei divieti e delle più elementari regole della buona educazione e del vivere civile. Ma, piuttosto che adottare strumenti idoneii a contrastare il malcostume - come le tanto decantate telcamere di videosorveglianza, il blocchetto delle contravvenzioni, un breve servizio serale dei vigili urbani, una guardia giurata - si preferisce utilizzare la tecnica del "coprifuoco", che non solo non produce alcun effetto educativo, ma impedendo l'accesso ai numerosi parcheggi di viale Duca D'Aosta, finisce col danneggiare quella trentina di esercizi della ristorazione presenti nel centro storico e che hanno bisogno del sabato sera e della domenica per tenere in positivo i propri bilanci.
Che ad Alatri viabilità e parcheggi abbiano bisogno di una riorganizzazione è cosa nota ed evidente, ma ciò non può avvenire, come in questo caso, con provvedimenti estemporanei presi al di fuori di una logica di sistema che tenga conto di tutte le variabili che caratterizzano una città di trentamila abitanti (turismo, commercio, servizi, urbanistica) e senza il contributo delle componenti sociali che la vivono quotidianamente (residenti, lavoratori, studenti, turisti). Diversamente si rischia solo di peggiorare una situazione già difficile o di produrre effetti ingestibili come è accaduto, ad esempio, in piazza S. Maria Maggiore dove sono stati cancellati quasi tutti i parcheggi esistenti, ma senza riuscire ad eliminare le macchine, che sono ancora tutte lì, più disordinate di prima.
Personalmente sono convinto che l'Alatri di oggi non possa permettersi un'isola pedonale così come è attualmente strutturata, che non possa rinunciare ai tanti parcheggi di viale Duca D'Aosta, che abitare in centro non possa diventare un calvario per le famiglie che possiedono una o due macchine. Al contempo, non è accettabile che le nostre piazze, i nostri vicoli, i nostri monumenti diventino ostaggio delle automobili: la città deve essere vivibile per tutti, per chi vi abita, per chi vi lavora, per vuole visitarla, per chi vuole comunque goderne; e se il prblema sono i posti macchina bisogna crearli e regolamentarli. Magari si potrebbe far diventare bianca qualche striscia blu - tanto pochi se ne servono e nessuno controlla gli scontrini - e, piuttosto che una delle tante idee bizzarre che sono circolate in questi giorni, trasformare il vecchio ospedale in un parcheggio multipiano con accesso da piazza Regina ed uscita da porta S. Francesco.
puntaccapo
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