sabato 28 maggio 2011

Abbiamo ancora una possibilità per restituire un futuro alla nostra città: non buttiamola via

Che Costantino Magliocca non fosse il sindaco giusto per Alatri lo si era capito fin dall'inizio quando, nel 2006, si era presentato all'elettorato con un programma pedissequamente copiato da quello dei sindaci di Cantù e di Savigliano. Mettere la propria firma e la propria faccia, come se fosse proprio, su qualcosa scritto da altri per altri comuni, è stato, non solo un atto di grave scorrettezza politica, ma anche una palese dimostrazione del disinteresse e del poco rispetto che lui e la compagine che lo rappresentava avevano per la nostra città.
E le cose sono andate avanti in questo modo per tutti e cinque gli anni del suo mandato, caratterizzato da un blocco totale delle attività amministrative, dal ripristino della politica dell'intimidazione e del clientelismo (basti pensare a come sono stati liquidati assessori e funzionari comunali che hanno osato esprimere il proprio dissenso politico-amministrativo), lasciando la gestione del comune in mano al suo "onorevole" sponsor ed ai suoi galoppini.
Ve le ricordate le promesse della vecchia campagna elettorale?
Il mercato, il vecchio ospedale, la tangenziale, il difensore civico, lo sviluppo del turismo, il sostegno al commercio, le politiche giovanili: niente, tutto fumo senza arrosto.
E le attività culturali? Biennale d'arte, Master Universitario, Scuola e Premio di Giornalismo Minnucci, Alatri dal Vivo, Pelasgia, Cinema Sotto le Stelle, Teatro all'Ombra dei Ciclopi: tutto cancellato, tutto dimenticato.
E, come se non bastasse, a questo si aggiunge lo spreco di denaro pubblico legato alle numerose consulenze/incarichi (direttori generali da centinaia di migliaia di euro, colonie di avvocati chiamati a difendere in tribunale i numerosi errori del comune, staff di segretaria personale numeroso come una squadra di calcio, responsabili del cerimoniale del sindaco, e così via) ed alla perdita o non utilizzazione di finanziamenti per diversi milioni di euro (partecipazione, contratti di quartiere, mura ciclopiche, alloggi popolari, eccetera).
E in cambio cosa abbiamo avuto? Niente.
In cinque anni non si è riusciti nemmeno a realizzare il parcheggio "a raso" di S.Francesco: roba da pochi giorni di lavoro. C'è qualcosa a cui legare il ricordo dell'amministrazione di Costantino Magliocca che non sia quella disgraziatissima frase di voler trasformare Alatri in una piccola Siena?
Ed ora ci vogliono abbindolare con qualche metroquadro di asfalto buttato qua e la o con qualche lampione? Non facciamoci fregare: cinque anni di immobilismo non si cancellano con qualche giorno di attività pre-elettorale.
Ricordiamocelo domenica e lunedì.
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puntaccapo

sabato 21 maggio 2011

Siamo in vicolo cieco. Se ne esce solo a retromarcia.

La domanda del giorno é: che facciamo al ballottaggio?
Votiamo per Morini o per Magliocca, votiamo scheda bianca o non andiamo affatto a votare?
Partiamo da una semplice considerazione numerica.
Magliocca è in vantaggio di oltre 10 punti rispetto a Morini, per cui gli basta mantenere l'attuale situazione di preminenza per tornare a fare il sindaco di Alatri: in pratica,  per i sostenitori di Patrizio Cittadini, votare scheda bianca o non andare a votare equivale a regalare voti a Magliocca.
E' chiaro che Morini - nonostante quello che pare abbia detto in pubblico - ha disperato bisogno dei voti di Cittadini per avere una chance di successo: da solo non può farcela, il distacco da Magliocca è notevole. E allora mi chiedo: ma, Morini, vuole davvero tornare a fare il sindaco di Alatri e - come lui stesso afferma - portare a compimento il lavoro che non è riuscito a concludere cinque anni fa quando fu sfiduciato dal consiglio comunale (compresi due rappresentanti della sua coalizione), oppure è sceso in campo solo per un desiderio di rivalsa nei confronti di Patrizio Cittadini e si accontenta di averlo superato nelle preferenze del primo turno?
Delle due l'una: se vuole vincere deve tendere la mano all'altro gruppo di centrosinistra, lottare per conquistarselo, essere capace di superare i rancori personali e, abbandonando l'improduttiva sicumera mostrata dopo i risultati del primo turno, puntare a costruire una casa comune che abbia come unico obiettivo quello di sconfiggere Magliocca ed il suo pernicioso immobilismo. Se invece ha già raggiunto il suo obiettivo e si accontenta della comoda poltrona di consigliere di minoranza non deve far altro - come di fatto sta già facendo - che chiudere tutte le porte di una possibile alleanza con le liste che hanno sostenuto Cittadini ed utilizzare il facile scudo della dignità personale per coprire la sua rinuncia. In parte posso anche capirlo: prendere in mano la situazione di un Comune disastrato come quello di Alatri non sarà cosa facile, occorrerà molto tempo, fatica, abnegazione ed una buona dose di rinunce sia sul piano personale che su quello professionale.
Chi capisco ancora meno sono i dirigenti del "nostro" centrosinistra, i vari Gatta, Di Fabio, Buschini, Migliorelli, Scalia, Schietroma, De Angelis: possibile che non siano in grado di mettersi intorno ad un tavolo insieme a Morini, Cittadini ed ai rappresentanti delle liste che li hanno sostenuti, per trovare una soluzione politica al problema e riportare Alatri nelle mani di una coalizione di centrosinistra? Ritengo che l'apparentamento ufficiale tra Morini e Cittadini sia oggi l'unica strada possibile da percorrere per tornare alla vittoria e sono certo che la coalizione di Cittadini accetterebbe questa soluzione anche senza ottenere niente in cambio.
Ma forse la verità è un'altra: il PD di Alatri, andando a scegliere un candidato sindaco che non appartiene al proprio partito, non ha alcun potere di governo su di lui, né ha la forza di indirizzarlo verso scelte politiche di livello superiore, ma anzi, obtorto collo, è costretto a subirne le scelte anche se perdenti.
Se questa situazione, come credo, non cambierà è molto probabile che Magliocca ritorni in Comune da sindaco, in tal caso mi aspetto che questo gruppo dirigente si metta in discussione, faccia autocritica e rassegni in blocco le dimissioni.
Ma questa è un'altra storia, o meglio, un sogno ad occhi aperti.
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puntaccapo

giovedì 19 maggio 2011

La grande delusione

Da qualunque parte si guardino i risultati elettorali di Alatri, mi pare che ci sia poco da stare contenti, anzi, se si esclude la moderata soddisfazione di qualche candidato, direi che il sentimento prevalente di votati e votanti dovrebbe essere la delusione.

Il più deluso (e deludente) di tutti dovrebbe, a mio avviso, essere il sindaco uscente Costantino Magliocca che, nonostante i potenti mezzi messi in campo e la forza imprenditoriale che lo circondava, si è fermato ad un modesto 38%. Un buon risultato, se si fosse trattato di una prima candidatura, ma in caso di riconferma di un sindaco convinto di aver amministrato alla grande per cinque anni, appare come una sonora bocciatura del suo elettorato: invece di incrementare le sue percentuali, Magliocca lascia per strada oltre il 12% dei consensi che aveva nel 2006 (51%) ed inoltre, cosa da non sottovalutare, perde circa il 4% rispetto ai voti raccolti dalle liste che lo sostenevano. Segno che c'è una consistente fetta dell'elettorato che, pur avendo votato per il centrodestra, non lo ha scelto come possibile sindaco.
Non meglio è andata al PdL attestatosi oggi al 23%, quando, nel 2006, aveva raggiunto, insieme ad Alleanza Nazionale, quasi il 33% dei consensi (26% a FI e 7% ad AN). Anche il capolista Iannarilli è crollato, risultando al quarto posto nella sua lista, con poco meno di 350 voti: forse è un segno che la politica dei molti urli, dei pochi fatti e dei troppi incarichi, alla fine non paga più di tanto.

Ma se in casa Magliocca non si ride, nel centrosinistra c'è veramente da piangere: la constatazione che, sommando il quasi 28% di Morini con il quasi 23% di Cittadini, avrebbe portato il centrosinistra ad avere un nuovo sindaco fin dal primo turno, rende ancor più amaro il boccone da mandare giù. E' stata sprecata un'occasione irripetibile. Ancora una volta il nostro PD, capoccioni in testa, ha dimostrato la stessa lungimiranza di una talpa cieca!

Ma se Morini, ballottaggio raggiunto, può ritenersi soddisfatto per il risultato conseguito e per il suo successo personale, così non si può dire per la coalizione che lo sosteneva: il PD ottiene un risicato 10,6%, ben al di sotto del già non brillante risultato del 2006, quando DS e Margherita, insieme, avevano totalizzato il 18% dei voti. A guardare questi numeri ci si accorge che il PD di oggi ha raggiunto una quota inferiore a quanto la Margherita aveva fatto da sola nel 2006 (11,1%): sembra quasi che ad Alatri la componente democristiana del PD abbia completamente divorato l'ala sinistra del partito, che si è totalmente dileguata e, probabilmente, poco convinta delle candidature in campo, o non ha votato, o si è rivolta altrove. Per il resto: Socialisti, senza valutazione; Italia dei Valori, inesistente.

Veniamo, infine, a Patrizio Cittadini - di gran lunga il miglior sindaco che Alatri abbia avuto negli ultimi vent'anni ed al quale si devono il risanamento economico del Comune, la rinascita culturale della città, e l'avvio di un imponente programma di opere pubbliche che hanno completamente cambiato (e continuano a cambiare) il volto del nostro paese - al quale non è bastato il blasone conquistatosi sul campo, né l'ottimo successo personale, che lo ha portato a raccogliere quasi 700 voti in più rispetto a quelli delle liste a lui collegate. Cittadini puntava al ballottaggio, ma non ce l'ha fatta: probabilmente ha pagato le incertezze della fase pre-elettorale ed il fatto di aver avuto avversari che hanno incentrato la loro campagna più sulla sua sconfitta, piuttosto che sulla loro affermazione.
Programma Alatri, del resto, non ha retto il colpo e, passando dal 15% del 2006 al quasi 9% di oggi, ha visto i suoi voti erosi dalle liste civiche Valore Donna (ottima col 3,7%) ed Alatri Oltre, entrambe andate a prendere voti nel medesimo bacino di Programma Alatri. Deludente l'UDC (3,3%), che ha visto più che dimezzata la sua quota del 2006 (aveva quasi il 7%): è un gruppo che, in continua oscillazione tra centrodestra e centrosinistra, stenta a conquistarsi una sua identità politica e che, nonostante il buon programma elettorale (eh già! ma chi li guarda più i programmi!), non è riuscito raggiungere il risultato cui legittimamente aspirava. Sinistra Ecologia e Libertà, infine - unica rappresentante della sinistra alatrense - è rimasta sotto il 2%: non male se si considera che è un gruppo di giovani alla prima esperienza politica. Avranno modo di crescere e di farsi valere.
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puntaccapo