Le cose stanno così: ad Alatri il centrosinistra non ha un candidato unitario! Ma non basta: ad Alatri nemmeno il PD è unitario sul proprio candidato!
Si poteva fare peggio? Non credo, ma non è detto!
Sia ben chiaro, il PD cittadino ha preso le sue decisioni in piena legittimità, secondo le prerogative che competono al maggior partito di opposizione, ma, agendo in totale autonomia, ha, a mio avviso, seguito un percorso "al contrario" rispetto all'obiettivo superiore di costruire una coalizione che si presentasse all'elettorato con un unico candidato sindaco: ha riunito i suoi organi direttivi, ha individuato la persona, ha ottenuto il beneplacito dei due onorevoli maggiorenti del partito, con votazione democratica ha ufficializzato la nomina di Fabio Di Fabio quale candidato del Partito ed alla fine si è presentato al tavolo della coalizione dicendo: il nostro candidato è Di Fabio e lo mettiamo a disposizione di tutto il centrosinistra, fermo restando che, qualora su tale nome non ci fosse la convergenza degli altri partiti e movimenti della sinistra, la nostra direzione politica ha deciso che andremo comunque avanti da soli.
Qualcuno ha provato ad obiettare che prima di ufficializzare un candidato sarebbe stato meglio mettersi d'accordo; qualcun altro che Di Fabio, persona degnissima, non sembrava avere la forza politica per vincere le elezioni; qualcun altro ancora che era troppo poco di sinistra per rappresentare l'intera coalizione; che il suo nome era stato deciso dall'alto, senza sentire la base; che c'erano altri nominativi forti su cui discutere e che forse si poteva tentare la strada delle primarie, eccetera, eccetera.
Risultato? Nessuno! Se non quello di evidenziare un diffuso "imbarazzo" delle forze della coalizione e di far emergere un forte dissenso anche all'interno dello stesso Partito Democratico.
E così, ora, ognuno sembra voler andare per la propria strada: il PD "ufficiale" da una parte, tutti gli altri - forse - da un'altra, ma avendo entrambi nel cuore la consapevolezza che disuniti non si vince.
La campagna elettorale, si sa, non la fanno solo quei pochi candidati che mettono la propria faccia sui manifesti o il nome in una lista, ma anche e soprattutto quell'esercito di militanti e simpatizzanti, spesso anonimi e sconosciuti, che parlano con la gente, che vanno casa per casa a chiedere voti, che convincono gli altri che il loro è il candidato migliore, quello che sicuramente vincerà: ma un esercito che non crede nella vittoria non ci mette passione, non combatte, non lotta, non vince!
E non venitemi a dire che, in caso di sconfitta elettorale, qualcuno se ne assumerà la responsabilità politica: queste sono responsabilità che non valgono niente e che nessuno paga mai, se non quelle migliaia di cittadini costretti a vivere per altri cinque anni in una città senza presente e senza futuro, dove l'immobilismo amministrativo è stato elevato a metodo politico per alimentare il più becero dei clientelismi, quello che elargisce ricchi favori ai soliti noti e che, con le poche briciole che restano, riduce in schiavitù le persone più deboli.
Se non vogliamo che questa città finisca di nuovo nelle mani del centrodestra dobbiamo liberarci di tutti gli ismi che condizionano la nostra politica: nessuno deve fare passi indietro, ma tutti insieme dobbiamo fare un salto in avanti - di qualità - per superare quei vincoli e quegli steccati che ci impediscono di arrivare uniti alla meta.
Alatri sicuramente merita di meglio, ma bisogna essere in grado di proporlo.
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puntaccapo
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