martedì 31 agosto 2010

Sarà capitato anche a voi di non avere il ticket del parcheggio

Sarà capitato anche a voi di avere la necessità di parcheggiare nel centro storico di Alatri: per turismo, per prendere un gelato, per andare dal giornalaio, per comprare qualcosa in uno dei pochi negozi che ancora non hanno chiuso.
Arrivi in piazza e poiché, grazie alla tolleranza della Polizia Municipale, i 20 parcheggi presenti sono occupati da una cinquantina di macchine disposte ovunque, sei costretto a scendere a piazza Regina Margherita dove, con grande meraviglia, scopri che di posti vuoti "blu" (cioè a pagamento) ce ne sono a iosa, mentre di "bianchi" nemmeno uno (né vuoto, né occupato).
Scegli con cura dove metterti, parcheggi facendo attenzione ai tanti alberi presenti; stai per scendere dalla macchina quando il cartello di fronte a te ti ricorda che per sostare ci vuole il bigliettino del parcheggio: e tu non ce l'hai!
Ti guardi intorno e ti accorgi che Piazza Regina è diventata una sorta di landa desolata: non c'è un negozio, il bar ha chiuso per mancanza di clienti, al chiostro non c'è niente, gli uffici giudiziari sono in ferie.
Per comprare il ticket ti toccherà andare fino in piazza S. Maria Maggiore.
Incominci a pentirti della scelta fatta: è luglio, fa caldo, ti fa male un piede e di andare su e giù da piazza Regina solo per il biglietto del parcheggio non ne hai nessuna voglia; ma ormai ci sei e decidi di andare fino in fondo e, così, ti avvii arrancando verso la piazza.
Prima di affrontare la salita finale vedi il negozio del barbiere, che ti appare come un'oasi nel deserto; entri fiducioso e chiedi: "Buongiorno, ce l'avete i biglietti del parcheggio?"
"Mi dispiace - risponde lui garbato e sorridente, ma con negli occhi l'espressione di chi conosce perfettamente il dramma del parcheggiatore senza biglietto - noi non li vendiamo, bisogna andare in piazza, all'edicola o al bar."
Armato di santa pazienza ti fai l'ultimo tratto di strada, vai all'edicola e finalmente entri in possesso dell'agognato biglietto del parcheggio: paghi, ti lamenti dell'accaduto col giornalaio, gratti con cura anno, mese, giorno, ora e minuti e te ne riparti verso piazza Regina, per andare a mettere il biglietto sul cruscotto della tua macchina, consapevole del fatto che dovrai farti di nuovo tutto il percorso per andare a fare ciò per cui eri venuto in centro.
Ma quando arrivi alla macchina scopri con orrore che un solerte vigile urbano - forse lo stesso che aveva consentito "la qualunque" in piazza S. Maria Maggiore - ti ha appioppato una multa per aver parcheggiato senza esporre il richiesto biglietto.
Livido di rabbia, stracci ticket e multa, risali sulla tua automobile e te ne vai - turista o cittadino che fossi - imprecando contro l'inefficienza dell'Amministrazione e giurando a te stesso che mai più metterai piede - anzi, ruote - nel centro di Alatri.
E' così, caro Sindaco, caro Assessore, caro Comandante, che si favorisce il turismo e la rinascita del centro storico? E pensare che sarebbe bastata una semplice macchinetta di pagamento del ticket per risolvere il problema!
Ma nessuno ci ha pensato o - il che è lo stesso, o addirittura peggio - lo ha fatto!

puntaccapo
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lunedì 30 agosto 2010

Democrazie a rischio

Può accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell'abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare. Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. Se un individuo abile ed ambizioso riesce ad impadronirsi del potere in un simile momento critico troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso.
Basterà che si preoccupi un po' di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l'ordine innanzitutto! Una nazione che chieda al suo governo solo il mantenimento dell'ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all'altro può presentarsi l'uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all'universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo.
Questa analisi di così profonda lucidità e sorprendente attualità, appartiene in realtà ad Alexis de Tocqueville che la scrisse e pubblicò in "La democrazia in America" del 1837.
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puntaccapo

domenica 29 agosto 2010

Laurea di Barbara Berlusconi: una linguaccia alla meritocrazia

Con una tesi sull'economista indiano Amartya Sen, premio Nobel per l'economia nel 1998, Barbara Berlusconi, figlia di Silvio Berlusconi e Veronica Lario, si e' laureata con lode (laurea triennale) in Filosofia all'Universita' San Raffaele di Milano. La cerimonia di proclamazione, alla quale era presente il Presidente del Consiglio, è stata tenuta dal rettore don Luigi Verze', a cui lo stesso premier e' molto legato. Tra i cinque neo-dottori in Filosofia, quattro hanno conseguito la laurea con 110 e lode e uno solo con 110. Il rettore però si è rivolto alla sola Berlusconi, complimentandosi per l’argomento della tesi e invitandola a diventare docente universitaria.
Roberta De Monticelli, docente di Filosofia della Persona proprio alla Facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele, si è molto risentita di questo episodio, ed ha scritto una lettera aperta che qui di seguito pubblichiamo.

"Insegno Filosofia della Persona alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita Salute San Raffaele. Scrivo queste righe per dire: non in mio nome. Non è certamente in mio nome che oggi (il giorno della laurea, ndr) il nostro Rettore, don Luigi Verzé, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolto alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva oggi a conclusione del suo percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una Facoltà di economia del San Raffaele basata sul pensiero dell’autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del Presidente del Consiglio, il quale assisteva alla cerimonia.
Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti, non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il Rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d’eccellenza quale l’Università San Raffaele giustamente aspira ad essere.
Tengo a dissociarmi nettamente e pubblicamente e da queste parole e dalla logica che le sottende, logica che da una vita combatto, come combatto da sempre il corporativismo e i sistemi clientelari dell’Università italiana, e il progressivo affossamento di tutti i criteri di eccellenza e di merito, oltre che dell’Università stessa come scuola di libertà.
Me ne dissocio individualmente, anche se spero che la deprecazione dell’accaduto sia unanime fra il corpo docente. Ma tengo a ribadire con questa mia serena dichiarazione che non sono né di principio né di fatto corresponsabile dell’andamento di questa cerimonia: non di principio per le profonde ragioni di dissenso che ho qui espresso, non di fatto, perché in effetti non figuravo fra i membri della commissione relativa alla candidata in questione, e certamente non perché avessi chiesto di esserne esonerata”.

venerdì 27 agosto 2010

Arcibaldo Miller: chi è costui?

Da qualche giorno Arcibaldo Miller è nell'occhio del ciclone per i suoi rapporti con i personaggi chiave di quella organizzazione "segreta" che tutti chiamano la P3 (Carboni, Martino & Co. - tutti arrestati).
Ma, dietro a questo simpatico nome da eroe dei fumetti chi c'è, chi è questo Miller e perché è così importante?
Arcibaldo Miller - lontane origini scozzesi - è il capo degli ispettori del Ministero della Giustizia: nominato dall'ex Ministro leghista Roberto Castelli, poi confermato da Mastella e da Alfano, ha il compito di indagare sul comportamento professionale degli altri magistrati, ma, come ci racconta il Venerdì di Repubblica del 20 agosto, è stato "pescato" in una cena a Palazzo Pecci Blunt dove, insieme a Flavio Carboni, Dell'Utri ed altri (la P3, appunto), pare si discutesse di "come condizionare i membri della Corte Costituzionale che dovevano pronunciarsi sul Lodo Alfano"; Miller è stato tirato in ballo anche nella storia delle presunte pressioni sui giudici milanesi per riammettere alle elezioni regionali la lista di Roberto Formigoni.
In attesa che la magistratura chiarisca queste vicende, cos'altro ha visto come protagonista questo - così lo si definisce nella sua pagina su facebook - "galantuomo d'altri tempi"?
Coinvolto in una storia di camorra finita con l'archiviazione e, come presunto frequentatore, nella vicenda di una casa di appuntamenti di Napoli, nel passato recente Miller, promosso ispettore capo, aveva fatto le pulci all'azione del magistrato Clementina Forleo che si stava occupando dell'inchiesta sui "furbetti del quartierino", sempre lui aveva guidato l'ispezione nei confronti dell'ex pm Luigi De Magistris (che a seguito di ciò avrebbe lasciato la magistratura) e ancora lui si era occupato dell'operato dei magistrati milanesi Ilda Bocassini e Gherardo Colombo che, secondo quanto riportato nel rapporto ufficiale, con il loro agire avrebbero leso l'onore della magistratura.
Da che pulpito viene la predica!

Ecco, questo è il mondo che ci circonda, il lato oscuro della politica, nel quale si muovono, più o meno nell'ombra, personaggi minori, nelle cui mani, però, si concentra un grande potere, assegnatogli da quei potenti - non tutti, per fortuna - che noi abbiamo avuto la sventura di scegliere come nostri rappresentanti e che utilizzano il loro mandato non per risolvere i nostri problemi, ma per perpetuare ed accrescere il proprio potere e trasformare se stessi in casta di intoccabili.
Liberiamocene!
Il guaio è, purtroppo, che di queste cose la televisione - la principale fonte di informazione e di orientamento del voto della maggior parte degli italiani - ne parla poco o per niente.
Usiamo la rete, diamo voce a queste a queste vicende: è l'unica arma che ci è rimasta per migliorare il mondo!

puntaccapo


  


giovedì 26 agosto 2010

Sempre e solo fumo negli occhi!

La crisi morde le famiglie italiane, le aziende chiudono, i precari perdono i loro traballanti posti di lavoro, la corruzione dilaga quanto mai prima era accaduto, la P3 imperversa: cosa fanno i nostri uomini di governo?
Nulla!
Serve un ministro dello sviluppo economico?
E chi se ne importa: meglio discutere del montaggio della Scavolini di Fini!
La democrazia è a rischio, leggi e leggine passate sottobanco con lo strumento della fiducia bendata stanno minando il nostro assetto costituzionale? 
E chi se ne importa: meglio gonfiare lo scoop della casa di Montecarlo!
La Mondadori di Berlusconi viene salvata dal fallimento grazie ad una legge su misura?
E chi se ne importa: meglio parlare delle tette della primogenita in vacanza di lusso nei mari del sud.
Il malaffare tocca i vertici del partito di maggioranza? E chi se ne importa: meglio contare quante escort entrano ed escono ogni notte dal letto del premier!
Il ministro Scaiola compra una casa a sua insaputa? E che volete che sia: capita a tutti di trovarsi con qualche centinaia di migliaia di euro in più senza accorgersene!
E' la politica del fumo negli occhi: quando non ce la si fa più a nascondere il marcio che ci circonda, si tira su un gran polverone che non fa vedere più niente!
E' la tattica della disinformazione tanto cara ai regimi antidemocratici: quando si vuole che non ci si accorga dei problemi reali, si montano pettegolezzi ed altri argomenti frivoli di cui alla gente piace parlare.
A noi, francamente, delle case di Fini o di Scaiola, delle cucine montate a Roma o a Montecarlo, delle tette naturali o siliconate, delle D'Addario e delle Naomi, dei prestiti facili delle banche toscane e di altre cose simili, interessa veramente poco, sono tutte cose che non ci riguardano: i problemi veri sono altri.
A noi interessa che il lavoro sia una certezza, non un regalo; che i nostri figli abbiano un futuro sostenibile, non un presente permanente; che alla fine del mese, oltre che per il mutuo e per pagare le tasse, ci resti qualcosa anche per divertirci.
Un governo che non governa, che non risolve i problemi degli italiani, che favorisce sempre e solo i soliti noti, se ne deve andare a casa il prima possibile: speriamo che "cada" al più presto e che non si ripresenti mai più!
Basta subire! 
Apriamo gli occhi: dietro ogni cortina di fumo è sempre possibile trovare una luce!
Dipende da noi!
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puntaccapo